Vietnam, Hoi An. Una tappa del mio viaggio in solitaria
Asia,  VIAGGIA CON VIVI

La mia avventura in solitaria nel Sud Est asiatico

In quel caldo luglio del 2022 avevo da poco compiuto 58 anni ed avevo preso una decisione che avrebbe cambiato la mia vita.

Ricordo ancora quel mix di emozioni: eccitazione, paura, speranza… e sì, anche un pizzico di follia. Ho lasciato tutto – la mia casa in Provenza, le mie abitudini, persino la mia adorata gatta Nina – per partire verso l’ignoto. Ne parlo in questo articolo.

Il mio unico bagaglio, tutti i miei averi, erano in quello zaino che mi avrebbe accompagnato in un viaggio di sei mesi in Asia, senza un itinerario preciso.

Nessun colpo di sole, forse solo un po’ di incoscienza e tanta voglia di riprendere a viaggiare dopo la sosta forzata dalla pandemia.

Un viaggio senza itinerario

Sentivo che era il momento di fare quel salto nel vuoto. Di dimostrare a me stessa (e un po’ anche a te) che non è mai troppo tardi per …qualsiasi cosa!

Il giorno della partenza è arrivato in un batter d’occhio. Eccomi lì, con il mio zaino da 45 litri (sì, ho imparato a viaggiare leggera… più o meno), pronta a imbarcarmi per Bangkok. Il cuore mi batteva forte. Stavo davvero per farlo? Sì, lo stavo facendo!

Sono partita senza un itinerario e senza prenotazioni, tranne i primi due giorni in hotel. Solo io, il mio zaino e una vaga idea di voler esplorare una parte del Sud Est asiatico. Col senno di poi posso dirti che è stata la decisione migliore che potessi prendere.

L’essenza del viaggio: incontri e scoperte

Ogni giorno è stata un’avventura. Mi sono ritrovata a navigare il Mekong su una barca sgangherata, ad accettare passaggi in motorino in un traffico da paura, a perdermi nei vicoli di Hanoi. E sai una cosa? Ad ogni problema c’era una soluzione. Anzi, ogni ostacolo diventava un’opportunità per imparare, per crescere.

Mi sono sorpresa a parlare con le mani e con il fidato traduttore telefonico quando le parole non bastavano, a fidarmi dell’ospitalità di sconosciuti, a gustare cibi di cui non conoscevo nemmeno il nome. E in tutto questo, mi sono sentita più viva che mai.

Paradossalmente, mi sono sentita più sicura in quei paesi “sconosciuti” che in molte città europee. Forse perché ero completamente nel presente, attenta ad ogni dettaglio, aperta a ogni possibilità. O forse perché ho scoperto che il mondo, in fondo, è pieno di persone meravigliose pronte ad aiutarti.

L’unico senso di malessere che ho vissuto è stato il pensiero di tornare “a casa”. Già, perché dopo sei mesi di libertà assoluta, dovevo affrontare il fatto che non avevo più una casa.

Non nel senso tradizionale, almeno. I primi giorni dopo il rientro sono stati difficili. Mi sentivo spaesata, quasi in colpa per aver lasciato tutto. Ho vissuto quei momenti come un fallimento.

Ma poi ho capito. Non era un fallimento, era un nuovo inizio. Non avevo perso una casa, avevo guadagnato il mondo intero.

E ora? Ora mi muovo tra case temporanee, sempre con lo zaino pronto per la prossima avventura. Non è sempre facile, certo. Ci sono giorni in cui vorrei la stabilità di un posto fisso. Ma poi mi ricordo di quella Viviana che due anni fa ha avuto il coraggio di cambiare tutto, e sorrido.

Non è mai troppo tardi

Questo viaggio mi ha insegnato che non esistono problemi insormontabili. Che non c’è un momento ideale per cambiare le cose. O meglio, che quel momento è ora: possiamo reinventarci in qualsiasi momento. E soprattutto ho imparato che la vera casa è dentro di noi.

Ora, a 60 anni, mi dedico a quello che amo: creare contenuti, raccontare storie, ispirare altri a quel piccolo o grande cambiamento che li faccia stare meglio.

Non importa se hai 55, 60 o 70 anni. Non è mai troppo tardi per iniziare un nuovo capitolo della tua vita. Se ce l’ho fatta io, puoi farcela anche tu.

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