Come viaggiare low cost
Lentamente, in economia e leggeri
Non viaggio come fanno la maggior parte delle persone, non più. Vado ancora a vedere qualche meraviglia del mondo, ma non è la priorità. Evito i quartieri più di tendenza, che poi se ci pensi finiscono tutti per assomigliarsi e francamente mi mettono anche un po’ a disagio.
Viaggio per capire in che contesto vivono gli altri. Per impregnarmi di quella piccola fetta di vita. Forse è un’illusione, ma mi piacerebbe capire come vedono il mondo e lo spazio che occupano. Sono curiosa di conoscere tutto quello che li circonda, insetti compresi.
E’ un po’ come leggere un libro, è vivere un’altra vita in un altro mondo. E a me piace leggere. Ma è meglio di un libro perché qui il finale non è scritto, è in continua evoluzione. Non c’è nulla di prevedibile.
E come la buona narrativa, il viaggio ti cambia in meglio. Quasi sempre.
In questo articolo cerco di rispondere alle domande che ricevo più frequentemente. Dalle cose più importanti, come scelgo la destinazione e se non ho paura di viaggiare sola, fino a quelle più semplici, cosa metto nello zaino.
Questo modo di viaggiare, scegliere giorno per giorno ed immergersi nel tessuto locale, non è per tutti.
Inoltre, per poterlo fare, ho cercato e sto tutt’ora cercando di ritagliarmi uno spazio nel lavoro online per avere la possibilità di gestire il mio tempo.
Quando si viaggia in questo modo è preferibile misurare il tempo in settimane anziché in giorni. Tuttavia reimpostando le proprie priorità si può scoprire l’autenticità del posto che si visita anche in pochi giorni.
Che qualche volta significa voler incontrare persone e percorrere strade più defilate. Senza fretta.
Dove andare
Viaggiare è il mio modo di imparare le cose. E di riempire questo contenitore, che sono io, di doni bellissimi. Quindi la domanda è: di cosa sento il bisogno in questo momento? Cosa mi piacerebbe conoscere?
Adoro i villaggi europei, la natura e la vita rurale. Però in questo periodo ho voluto fare un’esperienza completamente diversa, scegliendo una zona che non rientrava tra le mie preferite.
La mia vita sta cambiando radicalmente, ho sentito il bisogno di cercare qualcosa di più profondo ed autentico. Riscoprire il valore dell’umiltà in un luogo diverso da quelli che conosco. Non ho ricette magiche, faccio quello che posso con gli strumenti che ho.
In un altro momento avrebbe potuto essere un viaggio gastronomico, piuttosto che la curiosità verso l’architettura, la storia o qualunque altra cosa. Per me la parte fondamentale è imparare qualcosa.
Scegliere la località
Mi piace l’idea di entrare nelle pieghe di un territorio. Di starci il più a lungo possibile, piuttosto che correre in giro cercando di vedere tutto. Non è sempre stato così, l’ho imparato con il tempo.
Bisogna lasciare andare l’idea che si sta perdendo qualcosa. In realtà la scelta è tra consumare qualcosa frettolosamente oppure coltivare un piccolo seme che genera emozioni indelebili.
Questo significa trovare un’unica località e trascorrerci gran parte del tempo, con solo pochi giorni dedicati a viaggi secondari.
Una volta identificata la zona cerco di trovare anche mete turistiche non tradizionali. Luoghi che apparentemente non hanno molto da offrire, dove i residenti sono più concentrati a vivere la propria vita anziché per un pubblico di turisti.
Quando ho deciso di partire per la Thailandia, in molti mi hanno consigliato di andare a visitare la costa occidentale e le spiagge dorate di Krabi e Phi Phi Island. Il cibo è migliore, il mare è splendido, avrei incontrato più gente con cui parlare.
Invece sono andata nella provincia di Trat e ne sono felice. Non è stata una stata una scelta snob, semplicemente in quel momento avevo bisogno di altro.
L’equivalente in Europa è di andare in Cornovaglia anziché a Londra o a Treviso invece che a Venezia.
Venezia e Londra sono meravigliose e c’è molto da imparare, ma rappresentano una realtà distorta della quotidianità di quella regione.
Ciò non significa ignorare questi luoghi. Alcune città, come appunto Venezia e Londra, sono così importanti da non poterle perdere.
Si tratta solo di scavare un po’ più a fondo. Anziché andare tre volte nell’incantevole Burano, si potrebbe raggiungere l’isola di Mazzorbo attraversando il Ponte Lungo. Credimi, ne vale la pena.
Sono queste piccole scoperte che trasformano il viaggio in un viaggio indimenticabile.
Scegliere il posto dove stare
Il budget è uno dei miei criteri di scelta. E’ vero che lavoro viaggiando, ma non voglio che il lavoro diventi prioritario rispetto al viaggio. Va da se che dedicando meno tempo al lavoro ne risentono anche i miei guadagni.
Le mie scelte non sono certamente lussuose, che comunque non rispecchierebbero il mio modo di essere. Mi adatto abbastanza, pazienza se non c’è sempre la corrente elettrica o l’acqua calda, ma non deve mancare l’igiene.
Generalmente soggiorno nei quartieri limitrofi al centro, dove vive la maggior parte delle persone. Insomma, le parti meno cool della città.
Per prenotare un soggiorno prediligo usare Booking.com, perché è una piattaforma molto flessibile, offre una gamma veramente ampia di soluzioni e in molti casi è possibile disdire la prenotazione anche il giorno precedente all’arrivo.
Per capire dove sono, Google Maps è un ottimo alleato. Mi permette di perlustrare una città sul PC o sul telefono e mi aiuta ad organizzare la logistica: dove arrivo, dov’è la sistemazione ed organizzare il trasferimento.
E poi tutte le cose interessanti da vedere, i caffè ed i ristoranti, i servizi come il bancomat e le farmacie. Il mio è quasi sempre impostato sulla modalità “a piedi”.
Molti dei ristoranti che appaiono ai primi posti spesso pagano per essere più visibili, hanno tantissime recensioni e sono raggruppati in un’area specifica, che di solito è quella più visitata della città.
Sono i ristoranti più alla moda, i bar di tendenza, i pittoreschi locali storici ed i monumenti con milioni di post su Instagram. Tutti posti imperdibili. O forse no.
Ok, confesso che qualche volta faccio fatica a “perdere” i posti più rinomati, però cerco di dedicare ampio spazio alle aree più vuote della mappa. Finora non me ne sono mai pentita.
Se hai voglia di una vera trattoria frequentata dai locali, ingrandisci un’area più vuota della mappa. Guarda i ristoranti proposti e leggi le recensioni; se non sono tantissime e la maggior parte sono in lingua locale, è un buon segno.
Se sono in una grande città, una volta individuato l’hotel dove soggiornare o il ristorante dove voglio andare, attivo la funzione Street View per avere un’idea della zona. Viaggio da sola e voglio sentirmi al sicuro, ma questo deve valere per tutti.
Quando non mi sposto a piedi, utilizzo i mezzi pubblici. Anche in questo caso utilizzo Google Maps per individuare i mezzi di trasporto disponibili, ma scarico anche le applicazioni relative ai trasporti disponibili di quella zona.
Visti e cose del genere
Il mio punto di riferimento è il sito iVisa ( https://www.ivisa.com/ ) perché trovo abbia un buon riepilogo di ciò di cui avrò bisogno prima di arrivare. Il sito è tradotto anche il lingua italiana e consente di ricevere il visto senza muoversi da casa.
Generalmente è un sito ben aggiornato, con informazioni sulla durata del visto, del costo, quali altri documenti sono richiesti e la situazione sanitaria. Ma è bene dare un’occhio anche sul sito governativo della nazione che si intende visitare.
Se vuoi anche un parere di qualche viaggiatore, ti suggerisco i gruppi di Facebook, che forniscono molti spunti ed informazioni.
Per visitare questa zona dell’Asia non ho dovuto richiedere il visto di ingresso prima della partenza.
Per la Thailandia, dal 1 ottobre il visto viene rilasciato all’arrivo, ha la durata di 45 giorni ed è gratuito.
Alla scadenza, si può rinnovare a pagamento per altri 30 giorni.
Anche per il Laos il visto viene rilasciato all’ingresso del paese, costa 40 dollari ed ha la durata di 30 giorni.
E’ rinnovabile sul posto per altre due volte (30 giorni + 30 giorni).
Lo stesso vale per la Cambogia. Visto a pagamento rilasciato all’ingresso e valido 30 giorni.
Per il Vietnam ha una durata di 30 giorni, costa circa 30 dollari e viene rilasciato all’ingresso.
Nello zaino
Ho imparato a ridurre le cose da portare. Non ancora come vorrei, ma ad ogni viaggio il mio zaino diventa più leggero. Sto viaggiando con uno zaino da 45 litri.
Non mi importa del mio aspetto, pazienza se non ho le scarpe coordinate al vestito e se non sono eleganti. La mia priorità sono: essere comoda, pulita e decorosa.
Lavo li vestiti appena li tolgo, in questo modo li ho sempre a disposizione. Se ho bisogno di qualcosa lo acquisto sul posto. Se compro dell’abbigliamento è per sostituire qualcosa che avevo nello zaino.
Ci sono un paio di cose che non ho ancora usato e che sono nell’angolo “non si sa mai”, ma occupano spazio quindi credo che ci resteranno ancora per poco.
In passato, per un weekend mi è capitato di portare anche quattro paia di scarpe e indumenti mai messi. Sono sicura che è capitato anche a te di tornare a casa e disimballare cose che non hai usato.
Il mio zaino è abbastanza organizzato. Ma il merito va all’accessorio interno che ho acquistato con lo zaino, una sorta di “guardaroba” a scomparti dove mettere le cose in ordine.
Da una parte è comodissimo, perché non devo smontare lo zaino tutte le volte. Ma ha lo svantaggio di essere pesante (quasi un kilo) e di occupare spazio. Non so, sto riflettendo se mantenere questo sistema.
Ho aggiunto anche un beauty da viaggio, che si attacca alla parte anteriore dello zaino con dei magneti. Non si stacca facilmente perché c’è un sistema di sicurezza.
Ma non è l’ideale per i viaggi, come il mio, che prevedono di caricare lo zaino sui tetti dei van, piuttosto che in piccole imbarcazioni. C’è comunque il rischio che si stacchi o che si rompa.
Ha un paio di tasche nascoste, ideali per riporre i documenti, un comodo scomparto imbottito per computer portatile ed un’apertura laterale a 180°, oltre all’apertura superiore.
Nella parte inferiore ha un’ampia tasca per riporre le scarpe. Per quanto riguarda le tasche laterali, invece, sono poco ampie; con lo zaino pieno faccio fatica ad infilarci una bottiglia da mezzo litro.
Come abbigliamento ho portato due paia di pantaloni leggeri ed un paio da trekking in nylon, oltre ai pantaloni della tuta che ho indossato in viaggio. Un paio di pantaloncini, una gonna pantalone sportiva, un abito di jeans (mai messo), un paio di vestiti che piegati diventano un fazzoletto, 6 t-shirt, 2 canottiere, una felpa leggera, un maglioncino di cotone. Sei cambi di calzini e biancheria intima, un costume, ed una salvietta in microfibra.
Un ombrello comprato a Bangkok (usato solo i primi giorni ma “non si sa mai”), un k-way, il lettore e-book, caricabatterie, batteria aggiuntiva e vari cavi.
Ed ho anche un marsupio, per avere sempre a portata di mano il telefono, i soldi ed il passaporto.
Soldi
Sono partita con pochi contanti, con la carta bancaria abituale, con una carta di emergenza (che tengo in un posto diverso) e con la carta ricaricabile Revolut, che è una carta di pagamento con commissioni bassissime.
Revolut è la mia carta preferita. In pochi minuti si apre il conto online ed oltre al piano tariffario scelto (4 piani tariffari partendo da quello gratis) non ha altri costi.
Con Revolut è possibile inviare e ricevere bonifici gratuiti in 24 valute differenti, prelevare in contanti all’estero senza pagare commissione oppure attraverso un applicazione che permette di controllare il saldo della carta, di bloccarla o di fare altre operazione. Ma ne parlerò in un articolo dedicato.
E’ meglio non cambiare denaro in aeroporto perché fanno pagare cifre esorbitanti.
Tieni presente che il visto, se non è gratuito, lo puoi pagare anche in euro o dollari. Eventualmente preleva appena fuori dall’aeroporto una cifra minima per pagare i mezzi di trasporto per arrivare in città, dove il tasso di cambio è sicuramente più vantaggioso.
Finalmente si parte: voli e dintorni
Uso il comparatore di voli Skyscanner per trovare il volo più economico o comunque alle condizioni migliori. Ne ho parlato QUI in modo dettagliato.
Un altro ottimo comparatore di voli è Momondo, un sito molto facile ed intuitivo.
Preferisco sempre optare per voli che abbiano scali superiori alle 2 ore, per evitare inutili stress soprattutto negli aeroporti più grandi.
Scelgo sempre il posto finestrino, perché ho bisogno (ho proprio bisogno) di vedere tutta la meraviglia che si manifesta oltre quell’oblò. Ma io mi muovo poco, anche durante i lunghi viaggi.
Il posto di corridoio, meglio ancora se nella parte posteriore dell’aereo, è l’ideale per chi ha bisogno di alzarsi spesso e di camminare.
Nel fondo dell’aereo o vicino alle aree delle assistenti di volo c’è abbastanza spazio per sgranchirsi. E anche per fare due chiacchiere.
Se invece vuoi viaggiare in bus o treno, ti suggerisco di guardare su questo sito: Rome2rio. Io lo uso spesso anche per gli spostamenti interni nelle varie nazioni.
Per avere un’idea di come trasferirmi dall’aeroporto alla città di solito ispeziono i siti degli aeroporti locali, ma spesso mi organizzo sul posto.
A volte leggo le informazioni (purché aggiornate) nei gruppi di Facebook. Ad esempio: italiani in Thailandia, italiani in Argentina, italiani in Spagna. Insomma, gli italiani sono ovunque 🙂
Viaggiare in solitaria
Non ho sempre viaggiato da sola, tutt’altro. La mia prima esperienza è stata al compimento del 18esimo anno. Nulla di esotico, anzi, direi piuttosto banale.
Una settimana a Riccione nel mese di giugno. Avevo prenotato una stanza in una pensione famigliare che al mio arrivo era in overbooking (cioè senza posti disponibili).
Alla proposta di dormire in una stanza improvvisata in soffitta ho accettato senza fiatare, senza neanche trattare il prezzo. Ero un po’ tonta. Ed anche parecchio timida.
Credo che l’apice della mondanità notturna di quella settimana sia stato il cinema all’aperto.
C’è stata qualche altra breve esperienza e qualche viaggio di lavoro in solitaria. Ma soprattutto viaggi e vacanze in compagnia. Fino a qualche anno fa.
Ho ricevuto un biglietto aereo in regalo e sono partita per un lungo week end in una città europea. L’ho deciso senza pensarci troppo, in quel periodo sentivo il bisogno di spostare l’asticella della mia zona di comfort.
Partire è stato facile, lo è stato un meno sentirmi una viaggiatrice in solitaria.
Mentre visitavo i luoghi o assaggiavo i cibi mi veniva istintivo di pensare quanto piacerebbe a Tizia o a Caio, pensando a quando ci saremmo tornati insieme. Ci sono voluti tre giorni per pensare solo a me, fare qualcosa solo per me.
Al ritorno mi sono resa conto di quante cose avevo fatto da sola in questa piccola avventura: esplorare una città senza conoscerne la lingua, muovermi sui mezzi pubblici, scegliere cosa vedere senza programmi.
Sono tornata con un grosso bagaglio di autostima e la consapevolezza di una grande capacità di risolvere i problemi. E con la voglia di ripartire.
Qualsiasi cosa tu decida di fare, ritagliati uno spazio solo per te. E’ un ottimo modo per aumentare la tua autostima. Enjoy!
Se hai qualche domanda da farmi, vuoi maggiori informazioni o vuoi condividere la tua esperienza, non esitare a scrivermi. Ci tengo al tuo parere e mi piacerebbe conoscere qualcosa di te.
Se con le mie informazioni ti sono stata utile, ti ho divertito o ti ho fatto conoscere cose nuove, ti va di offrirmi un caffè?