Cotignac Provence
VIVI PIENAMENTE

Lasciare andare: mollo tutto e cambio vita a 60 anni

Lasciare andare. Non è stato per niente facile, tant’è che ancora non ne ho parlato ed è passato ormai un mese da quando ho lasciato Cotignac.

Dal 26 luglio non sono più proprietaria di quella casa con le persiane azzurre e il profumo di timo, della mia parte di casa. Provenza addio.

Lo sapevo da tempo, è stata una mia scelta. Ho avuto tutto il tempo per prepararmi ma non l’ho fatto. Arrivo sempre trafelata facendo la metà delle cose della lista, il resto lo improvviso. Ma che ansia.

Parlo tanto di cambiamento ma certe cose non cambiano mai.

Vabbè, poco male. D’altronde la vita si sintetizza in tre parole: si. va. avanti. Dove il punto non è messo a cazzum, ma rappresenta tutte le pause, gli ostacoli, le incertezze.

Quello che lascio

Praticamente tutto. La mia residenza si è risolta con una casella postale in Francia, perché è anche sede della mia attività di freelance. Tutto il resto è stato condensato nello spazio di uno zaino.

Ovvio, ho avuto paura, ho ancora paura. Non del viaggio, ma del dopo, di ritrovarmi senza nulla. Gli anni passano e diventa più faticoso ricominciare ogni volta. Poi passa, ce la farò anche questa volta.

Però lasciamelo ripetere, non è stato per niente facile. Ci attacchiamo alle cose come le ventose che leccavamo per poi appiccicarle sul frigorifero.

Ho un bel dire che sono solo cose. Non è facile, dannazione.

Non è facile, forse perché certe cose hanno un’anima, o forse hanno solo una rete invisibile che rende più palpitanti i ricordi quando sono vissuti lì, in quel posto.

La tazzina verde di porcellana bavarese, che usavo giornalmente per bere il caffè, era uno spettacolo ed era “casa”, anche se aveva una crepa che l’attraversa.

Le piante, che respiravano la mia stessa aria, che ballavano insieme a me ascoltando le playlist di Spotify a tutto volume, che sopportavano gli sproloqui del mio parlottare tra me e me.

I libri, che mi hanno aperto mondi immensi, fatto piangere, ridere e sognare, che mi hanno cresciuta e incoraggiata. Alcuni racconti sono ora racchiusi in un lettore ebook, ma alcuni libri resteranno a profumare quella casa, ormai di qualcun altro, con le loro pagine ingiallite.

E poi c’è lei, Nina, la mia adorata gatta rossa. E’ in mani coccolose, ma non sono le mie. Mi ha lasciato un graffio sul cuore, non ne parlo perché aprirei una cascata di lacrime.

Nina, la gatta rossa
Nina

Quello che trovo

Non so dove mi porterà questa esperienza, e non so nemmeno per quanto tempo.

Ti posso dire per certo quello che ho trovato qui in Thailandia, dove sono arrivata tre giorni fa: caldo e umidità, ma non a livelli insopportabili.

Sono stata accolta da qualche scrosciante acquazzone di questa stagione delle piogge che sta ormai per finire.

E’ la prima tappa di un viaggio nel sud-est asiatico che deciderò giorno per giorno, al momento sono in una delle zona più turistiche di Bangkok, nella centrale (ed economica) Khaosan Road.

Ho cominciato a visitare i dintorni, a cercare cibi più vicini ai miei gusti, a riempire le giornate di cose da fare e vedere. Finché sono stata sopraffatta dalla stanchezza, dal cambio di fuso orario, dal caldo, dagli odori, dal mal di testa.

Ho vomitato bile, frenesia e passato. Sono tornata in hotel a dormire.

Al risveglio, mi sono seduta in un piccolo parco che si affaccia sul Chao Phraya, il grande fiume marrone che attraversa la città.

Sono rimasta su una panchina per un paio d’ore, ad ascoltare il vento tra le foglie e ad osservare le persone che, come me, assaporavano il momento.

Semplicemente ci siamo fermati a respirare. Quanta vita in quel momento.

Adesso sono pronta, comincia l’avventura.

Arrendersi al presente

Devo abituarmi a cogliere l’attimo, arrendermi al momento presente, perché in fondo è proprio questo l’obiettivo del mio viaggio.

Smaltire tutta la fretta accumulata in 58 anni non sarà facile e non sarà una cosa immediata. A volte mi sembra ancora di dover dimostrare qualcosa, quando in realtà devo rendere conto solo a me stessa.

Diciamoci la verità. Imparare ad accogliere ed accettare le cose come sono, imparare a non farsi limitare da ciò che proviamo o dalla paura… fa un po’ paura.

Si, anche a me. Più del viaggiare in luoghi sconosciuti, ascoltare lingue incomprensibili, odorare profumi rivoltanti e più dell’incontrare animali improbabili.

Ma è proprio questo il bello del viaggio: la scoperta. Dentro e fuori da me.