Hua Hin, Thailand
VIVI PIENAMENTE

Il turismo sessuale in Thailandia

La mia brutta esperienza a Hua Hin

E’ una grande piaga. E’ vomitevole. E’ un problema culturale. Non si può denunciare? Dovrebbe intervenire il governo. Non ti curar di loro. E’ il disagio di viaggiare in certi luoghi. Meglio non parlarne.

Questi sono alcuni dei commenti che ho ricevuto sui social quando ho parlato della mia esperienza con il turismo sessuale in Thailandia.

E se invece ne parlassimo?

Una meta scelta a caso

Ho toppato. Nel mio girovagare senza meta a volte scelgo delle località a caso solo per spezzare il viaggio.

Questa volta la località è Hua Hin, che si presenta come un’anonima cittadina balneare.

Ma al di là della ferrovia, dove ho scelto di soggiornare, la situazione è apparsa subito squallida.

Bar e ristoranti con gruppi di uomini di mezza età accompagnati a ragazzine thailandesi e centri di massaggi per soli uomini. Chissà perché ci sono così tante farmacie.

Nella palazzina dove ho prenotato la mia stanza sono l’unica turista donna. Sul pianerottolo ho incontrato un maturo marpione in mutande e ti assicuro che non è stato uno bello spettacolo.

A questo punto è evidente che sto soggiornando in un luogo dove gli ospiti vengono per praticare il turismo sessuale.

Ma il disgusto raggiunge l’apice quando vedo le ragazze thailandesi mangiare una ciotolina di riso prima di tornare nelle stanze.

check in

Il check-in all’arrivo: un biglietto con la chiave della stanza

Voglio andarmene

Qualcuno mi ha chiesto se non ho letto le recensioni prima di prenotare. Buone recensioni, ovviamente. E non potrebbe essere altrimenti, visto che le hanno scritte i consumatori. Ops… i clienti.

E che dire del nome della struttura? “xx backpackers”, cioè viaggiatori con zaino in spalla. Decisamente fuorviante!

Il giorno successivo ho tempestato di messaggi il gestore della struttura, sia attraverso il portale con cui ho prenotato, sia utilizzando il numero lasciato all’ingresso.

Ho inviato messaggi diretti anche a Booking.com, con la richiesta di annullare la prenotazione e di essere rimborsata per le notti non usufruite.

Booking ha risposto che avrebbe cercato di contattare la struttura, consigliandomi di fare lo stesso.

Da parte del proprietario silenzio assoluto fino al mattino dopo, quando è venuto a bussare alla mia stanza per un biglietto che avevo lasciato alla reception.

Il mio zaino era già pronto per andarmene.

Ho esposto le mie ragioni, denunciando il disagio di trovarmi in una struttura utilizzata per turismo sessuale.

Prima ha negato. Poi ha chiesto se avevo sentito qualcosa, visto che le stanze sono insonorizzate. Quando ha capito che non avrei cambiato opinione, ha iniziato a deridermi fino ad arrivare a minacciarmi, non solo verbalmente.

Ho avuto paura. Mi sono resa conto che probabilmente non venivano fornite solo le stanze ma anche i “servizi”.

Me ne sono andata immediatamente con un senso di frustrazione e di impotenza, chiedendomi come fare a denunciare questa cosa.

(dopo un paio di giorni Booking.com mi ha rimborsato 2 notti informandomi di non essere riusciti a contattare il proprietario)

Turismo sessuale in Thailandia: la situazione

Hua Hin, gogo bar
Hua Hin

Ho cercato un po’ di informazioni navigando in internet.

Ho trovato alcuni siti dove parlano di statistiche, leggi e procedure. Ma ho anche trovato siti che consigliano come muoversi per cogliere tutte le opportunità.

Si dice, sebbene queste statistiche siano difficili da confermare, che il 60% dei visitatori sia di sesso maschile, con il 70% di questi maschi che sono turisti sessuali. Poiché il lavoro sessuale e la prostituzione erano legali in Thailandia fino all’inizio degli anni ’60, era un luogo popolare per questo. E proprio perché ora ci sono leggi in vigore, l’industria del sesso è qualcosa che le persone associano ancora al paese; è un circolo vizioso.

https://tourismteacher.com/ ultimo aggiornamento al 04/05/2022

L’autorità del turismo della Thailandia sta cercando di attirare più donne a visitare il paese poiché la sua reputazione di destinazione del turismo sessuale attira ancora un numero sproporzionato di uomini. Nel tentativo di liberare il paese dalla sua squallida immagine, la Thailandia sta cercando di sviluppare mercati di nicchia e incoraggiare più donne a visitare.

Costretti a ripagare i debiti, alcuni Stati, in particolare in Asia o in America Latina, sono stati incoraggiati da organizzazioni internazionali, come il FMI o la Banca Mondiale, a sviluppare la propria offerta turistica e di intrattenimento. Se l’obiettivo non era quello di spingere gli Stati a sviluppare la loro offerta di prostituzione, ha portato al lancio informale dell’industria del sesso. Gli Stati lo ostacolano poco, purché porti benefici economici. A questo proposito si può parlare di una vera e propria strategia di sviluppo.

La democratizzazione del turismo e la sua apertura alle masse hanno ampiamente potenziato questa industria che genera miliardi di dollari, e oggi l’industria del turismo ne sta approfittando. Le catene alberghiere, le compagnie aeree o gli Stati stanno facendo profitti sulle spese dei turisti del sesso. Nel 1998, l’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) ha stimato che la prostituzione rappresentava tra il 2 e il 14% del PIL della Thailandia. Lo sviluppo del turismo sessuale è così alto che oggi i tour operator lo stanno offrendo.

Fonte: The Gender in Geopolitics  Institute

Qui trovi l’articolo integrale: https://igg-geo.org/?p=3034&lang=en

TURISMO SESSUALE MINORILE, IL PRIMATO DELL’ITALIA

L’Italia gode, purtroppo, di un triste primato, piazzandosi tra i primi sei paesi da cui partono i “clienti” di minori costretti a prostituirsi. Gli altri sono Francia, Germania, Regno Unito, Cina e Giappone.

Osservatorio dei diritti. https://www.osservatoriodiritti.it/2018/03/27/turismo-sessuale-minorile-nel-mondo-italia-ecpat/

Non è mai una vera scelta

centri massaggi a Hua Hin, Thailand
Centri massaggi a Hua Hin

A molti di noi è capitato di ascoltare le motivazioni e le giustificazioni dirette o riportate di alcuni turisti, attori di queste vicende.

Giustificazioni pietose sciorinate come se fosse un aiuto dovuto a “quella povera gente”, senza dimenticarci che la Thailandia vanta anche il triste primato di prostituzione minorile.

Nelle varie ricerche ho trovato questo bellissimo articolo scritto della giornalista americana Aurora Almendral dove un sex worker racconta la sua scelta e la drammatica situazione vissuta durante la pandemia.

Ma è davvero una scelta quella tra la miseria e lo smettere di essere soggetto per diventare oggetto?

Questa intervista è un graffio sul cuore. Perché la strada è ancora lunga. O forse perché in realtà non c’è nessuna voglia di percorrerla, quella strada.

(puoi tradurre l’articolo usando il traduttore di Google)

La prostituzione non è mai una scelta, è un atto disperato praticato da persone sfruttate, usate, annientate da una parte e da aguzzini, sfruttatori, delinquenti dall’altra parte. Nel mezzo il consumatore, che ne è complice consapevole.

E forse un po’ complici lo siamo tutti. Lo diventiamo nel momento che decidiamo di non vedere, di non sentire e di non parlarne. Come le tre scimmiette.

D’altronde chi sarebbe disposto a rinunciare ad una bella spiaggia paradisiaca, ammesso che possa essere la soluzione?

Io però qualcosa vorrei provare a farlo. Mi piacerebbe fare un po’ di rumore.

Tu cosa ne pensi di questa situazione?

#facciamorumore


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