Siamo un popolo di camminatori
Siamo un popolo di cantanti, di ballerini, di arbitri, di opinionisti, di virologi, di chef, di influencer, ma per fortuna anche di camminatori.
Viaggiare nei dintorni.
Una cosa è certa, con l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 il nostro modo di viaggiare è cambiato. Abbiamo imparato a riscoprire quello che abbiamo intorno. Finalmente.
Abbiamo ridimensionato i nostri orizzonti, in attesa di tornare a fare lunghi viaggi oltreconfine. Siamo sicuramente più cauti, ci vorrà ancora un po’ di tempo prima di tornare ad imbarcarci come se nulla fosse sul primo aereo low cost disponibile per raggiungere la meta esotica.
Ma non ci siamo persi d’animo, stiamo riappropriandoci del nostro territorio nazionale, che vicino o lontano dal nostro luogo di residenza è comunque una meraviglia.
Gioco facile riferendomi al paese più bello del mondo (dai, che almeno una volta nella vita lo abbiamo detto tutti!), ma la realtà è che stiamo cambiando il modo di osservare ed apprezzare anche le piccole cose e il modo di raccontarlo.
Cogliamo quello che prima ci sembrava scontato, gioiamo dei profumi e della golosa gastronomia, ci sorprendiamo osservando piccoli borghi e muri scrostati, respiriamo la natura a pieni polmoni. E lo condividiamo con entusiasmo.
Viaggiare lentamente: un popolo di camminatori.
A basso impatto, slow, minimalista, fuori casa, nella natura. Chiamalo come vuoi, il significato è che ci stiamo godendo i dettagli.
In un recente sondaggio de Il Sole 24 Ore è emerso che gli italiani sono sempre più un popolo di camminatori. Nella scorsa estate circa il 39% dei 27 milioni di italiani che sono andati in vacanza hanno camminato e praticato trekking.
Un nuovo approccio per visitare il territorio facendo attività fisica all’aria aperta, dettato inizialmente dalla necessità di distanziamento sociale che poi è diventato il piacere della scoperta lenta e a basso impatto.
Chi sono questi camminatori? Sbirciamo negli scarponi.
Gli italiani hanno camminato di più grazie al fatto che lungo tutta la Penisola si possono trovare percorsi anche di pochi giorni e di tipologie diverse (storici, naturalistici, religiosi), nella maggioranza dei casi la durata del viaggio è di massimo due settimane.
Si preferisce camminare in coppia o in gruppo, mentre uno su tre sceglie l’avventura in solitaria.
L’età prevalente è over 50. “Terre di mezzo” ha raccolto e analizzato i dati sui cammini in Italia contattando le associazioni e gli enti che rilasciano le Credenziali. Dal sondaggio è emerso che per il 13% degli intervistati si è trattato della prima esperienza in assoluto.
I nuovi camminatori sono equamente distribuiti nella varie fasce d’età, mentre nel complesso di tutti i camminatori prevalgono ancora le fasce 51-60 (27,8%) e 61-70 (22,5%). QUI trovi il sondaggio completo.
Il punto di vista: UOEI
Proprio come Edison non ha inventato la lampadina e Marconi non ha inventato la radio, l’ UOEI – unione operaia escursionisti italiani – non è stata la prima associazione ad occuparsi di escursionismo alpino, ma ha saputo distinguersi puntando sullo spessore dei propri valori. Nel 2011 ha festeggiato i 100 anni di attività.
Ne ho parlato brevemente con Lorenzo Gaini, l’attuale presidente dell’associazione. Che per me è affettuosamente Il Presidente (scritto proprio così, articolo maiuscolo e soggetto maiuscolo) oltre che caro amico.
So che sembra una sviolinata, ma se scrivo che Gaini è il tipico bergamasco inizialmente schivo ma sempre disponibile a prodigarsi per un progetto vantaggioso per la collettività è per meglio contestualizzare quello che segue.
Aggiungo solo che è iscritto all’ UOEI di Bergamo da quando ha raggiunto l’età pensionabile, circa 15 anni fa, grazie alla sollecitudine della moglie.
Che cos’è l’UOEI?
L’Unione Operaia Escursionisti Italiani è un’associazione fondata nel 1911 in Lombardia con il proposito di impiegare il tempo libero degli operai, migliorare la loro formazione morale, culturale e civica in modo più conviviale ed economico rispetto ad altre associazioni di escursionismo.
All’epoca della fondazione il principale protagonista era l’emergente movimento operaio che in quegli anni stava scoprendo l’importanza di riunirsi per potersi confrontare o distrarsi dalle difficoltà quotidiane.
Ma nella mission dell’associazione c’era anche la volontà di contrastare la piaga dell’alcolismo, un grosso problema sociale nell’Italia di quegli anni.
Come è organizzata l’attività sportiva?
L’UOEI è composta da undici sezioni distribuite nel nord e centro Italia. Ogni sezione propone autonomamente il proprio programma agli iscritti.
Alcune sezioni organizzavano corsi di sci anche prima degli anni 40 quando ancora non c’erano gli impianti di risalita. I lavoratori potevano quindi arrivare in vetta con i pullman e praticare questo sport.
Oggi l’utilizzo del pullman è apprezzato da una certa fascia di età, i ragazzi preferiscono essere più autonomi. Si è maggiormente focalizzati sulle escursioni , ma ci sono alcune sezioni che diversificano: abbiamo un gruppo scout a Pietrasanta, un club ciclistico ed un gruppo di donatori di sangue. Treviso ha anche un ottimo team per gare sciistiche giovanili.
Nella situazione attuale le escursioni sono organizzate in auto e per piccoli gruppi, per garantire il rispetto delle regole sanitarie.
Quanto costa partecipare?
L’iscrizione annuale costa 12€ e 8€ per il socio familiare. Va aggiunta la quota di 18€ per assicurazione RCA.
E possibile iscriversi anche per una sola gita, pagando la quota di 2€ per l’assicurazione giornaliera. QUI tutti i dettagli.
Camminare fa bene (ne parlo qui) e lo può fare chiunque, migliora l’umore e riduce lo stress, mantiene efficienti ossa e muscoli, riduce i fattori di rischio di parecchie patologie. Farlo in compagnia stimola a raggiungere i traguardi prefissati, è molto divertente e conviviale. E se durante le soste condividi un paio di fette di salame, ma di quello buono!, il successo di una giornata indimenticabile è assicurato.